Un po’ di presentazioni

Benvenuti!

Mi chiamo Serena Raspi, sono nata a Volterra nel 1987 e sono una psicologa iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana (iscrizione n° 7795), specializzanda in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale presso IPSICO – Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva.

Mi sono formata in parallelo nell’ambito della valutazione e riabilitazione neuropsicologica dell’adulto e dell’anziano, di diverse tecniche di intervento psicologico nei vari quadri di demenza e di altri deficit cognitivi acquisiti; in “libroterapia”, ossia l’utilizzo della lettura di narrativa, individuale o di gruppo, come strumento terapeutico o come risorsa di riflessione e di crescita. Ho effettuato corsi inerenti la conduzione di gruppi di sostegno e riabilitazione, in area clinica e della salute e neuropsicologica. Iscritta all’associazione EMDR Italia, ho acquisito la formazione di I livello nella tecnica EMDR e conseguito la certificazione di I livello di Compassion Focused Therapy (CFT); partecipato a workshop e training concernenti la Mindfulness-Based Therapy, il Mindful Eating e l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT).

Attualmente ricevo in regime libero professionale, occupandomi di psicologia clinica, psicologia della salute, psiconutrizione, psicodermatologia, neuropsicologia dell’adulto e dell’anziano, presso:

  • ambulatori della Farmacia Comunale di Santo Pietro Belvedere – Capannoli
  • Studi Medici Specialistici Dott. Rimini a Pontedera
  • Centro Medico Fisiosport a Volterra.

⇒⇒⇒ Per i contatti, sedi e ulteriori informazioni sulle attività, è possibile scorrere tra le varie voci del MENU’ nella parte superiore della pagina.

Sto inoltre svolgendo attività clinica di specializzazione in psicoterapia presso l’Unità Funzionale Salute Mentale Adulti zona Valdera – Azienda Usl Toscana nord ovest.

Quali principi ispirano il mio lavoro di psicologa?

Qualche cenno ricorrendo a qualche preziosa citazione 🙂

  • “Una voce non porta a termine nulla e nulla decide, due voci sono il minimum della vita, il minimum dell’essere”. M. Bachtin

Essere significa “essere-in-relazione”, all’interno di una trama narrativa che produciamo attraverso descrizioni, costruzioni di senso e dialoghi continui, con gli altri e con gli eventi. Non esiste Sé senza la dialettica con l’Altro. Credo fermamente nel potere benefico delle relazioni, nella misura in cui relazioni e parole possono distruggere ma possono generare, possono essere muri, ma trasformarsi in finestre. E credo con altrettanta forza nelle relazioni di aiuto professionale, quando si rivelano necessarie. E’ oramai ampiamente dimostrato che la relazione terapeutica, nel contesto del lavoro psicologico, è il fattore che principalmente “cura”. Aggiungerei, non solo e non sempre nell’accezione molto diffusa del “curare” un disagio, ma anche del “prendersi cura”, a partire da un ascolto empatico e un’accettazione di ciò che la persona è e giunge ad esprimere; nonché del “potenziare”, “promuovere”, “far sviluppare”.

  • “Anche un viaggio di mille miglia inizia con un passo”. Lao Tzu

Talvolta la via da percorrere per uscire da una situazione problematica e conseguire cambiamenti positivi per la propria vita, può apparire confusa, lunga, piena di ostacoli. Il primo passo può addirittura essere percepito come il più difficile, ma il compierlo è:

1. l’unico modo di affrontare qualsiasi cammino. 2. L’opportunità di scoprire risorse per il viaggio che non pensavamo di avere, di ridimensionare tappe e difficoltà… di imparare a godersi il viaggio.  3. Un dono che facciamo a noi stessi, iniziando a costruire ciò che ci fa stare bene. Senza dimenticare che l’acqua, goccia dopo goccia, riesce a scalfire la pietra!

  • “Le stelle oltre il muro sono un fatto sicuro per chi non ha gli occhi stanchi”.  F. Giurato

Ci sono momenti in cui qualcosa ci fa perdere di vista i nostri desideri, o il bello della vita, ciò che ci fa brillare gli occhi. Ma anche dietro la muraglia più alta, tutto questo c’è ancora. La fiducia nel poterlo ritrovare o nell’affidarsi a qualcuno che ci aiuti a ritrovarlo, è un altro grande passo.

  • “Non smettere mai di scolpire la tua statua interiore.” Plotino

Ognuno è il più grande scultore di se stesso, e scolpire se stessi implica anche liberarsi di ciò che non appartiene al proprio vero essere, gli impedisce di emergere, esprimersi e vivere da protagonista.

  • “Il corpo è un grande sistema, una cosa molteplice con un senso solo: è guerra e pace, gregge e pastore (…) C’è più ragione nel tuo corpo che non nella tua migliore sapienza.” F. Nietzsche

Contrariamente ai pensieri residuali circa la storica frattura tra mente e corpo, siamo di fatto una macchina integra fatta di circolari interdipendenze tra le parti: il corpo “parla” sempre, talvolta facendo le veci di stati interiori in qualche modo non riconosciuti e non espressi, “bypassati dalla ragione”. In questo senso è la più vera, immediata, ragione, pur talvolta al prezzo del malessere fisico. Le emozioni non sono solo contenuti psichici (non esiste in noi un cassetto -psiche separato da un cassetto -corpo 🙂 ) ma hanno anzi primariamente, su base evolutivo-adattiva, una componente fisiologico-corporea –> L’attivazione del sistema nervoso influenza il funzionamento di vari apparati del nostro corpo. Sempre più la letteratura scientifica evidenzia i meccanismi neurofisiologici ponte tra stati psico-affettivi ed esiti corporei.

  • “C’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce.” L. Cohen

Le ferite, le “rotture”, psichiche o psicofisiche, per quanto dolorose possano essere, sono aperture. La sofferenza interviene a portare un messaggio, e una richiesta di più fine e profondo ascolto di noi stessi, per poter decifrare questo messaggio. L’esperienza del dolore può farsi tramite di un contatto rinnovato, e più ricco, con noi stessi, e tra noi stessi e il mondo. Può scavare ferite che tuttavia sono come dei condotti destinati a convogliare una nuova luce; può farci sentire deboli, laddove invece siamo tutti semplicemente e indistintamente umani, e possiamo necessitare di un tempo e di uno spazio adeguato per ascoltare e prenderci cura della nostra mente e del nostro corpo. Non è segno di debolezza, bensì di grande coraggio, il sapersi “fermare”, e cercare un aiuto professionale quando se ne sente il bisogno. Ci vuole coraggio per lasciarci guidare dalla saggezza di ciò che proviamo, e farci prendere per mano da qualcuno per capire insieme cosa sta accadendo, e cosa possiamo fare, di ciò che ci sta accadendo.

In conclusione:

“Di tutto restano tre cose: la certezza che stiamo sempre iniziando, la certezza che abbiamo bisogno di continuare, la certezza che saremo interrotti prima di finire. Pertanto, dobbiamo fare dell’interruzione un nuovo cammino, della caduta un passo di danza, della paura una scala, del sogno un ponte, del bisogno un incontro.” F. Sabino